30 Adele. Il malinconico ritorno nel mondo della Musica
E’ finalmente uscito 30, il quarto disco della cantautrice britannica Adele, una delle più grandi star del pianeta. Da fan di Adele l’abbiamo atteso tanto e finalmente siamo riusciti ad ascoltarlo. Pur ritrovando la solita superba voce e l’intramontabile talento, non nascondiamo un pò di delusione.
In copertina screenshoot del video Easy on me
30 Adele
Recensione dei Brani del disco
Si parte con Strangers by nature e già si sente qualcosa di strano, è una canzone molto poco Adele-Style.
Il brano in collaborazione con Ludwing Goransson, produttore di Childish Gambino e vincitore del premio Oscar per la colonna sonora del film Black Panther, ha una melodia quasi natalizia, con qualche arco tipo Disney. E’ una canzone un pò strana, molto leggera e delicata a parte una parte centrale in cui si apre molto e poi chiusura soft con vocalizzi vari. Cii lascia un pò confusi.
In Easy on me è invece la Adele che conosciamo, primo singolo che precede l’album. Un brano piano-voce che mette in risalto tutta la tecnica dell’artista. Il brano in sé è una canzone molto bella e che diventa un gioiellino grazie all’interpretazione di Adele, che non delude mai.
Continuando ad ascoltare 30 di Adele, arriviamo a My Little Love. Che dire?
Nata come una ninna nanna R&B diventa una canzone molto personale, in cui sono presenti messaggi vocali del figlio Angelo che le fa domande sul divorzio con il padre.
Nella parte finale, una nota vocale di Adele in cui piange e si commuove.
Ma con la capacità espressiva e la potenza emotiva della voce di Adele, c’era proprio bisogno di banalizzare tutto con la classica nota vocale strappalacrime alla C’è Posta per te ?
Arrivano poi Cry your Heart Out e Oh my God, bei pezzi e due possibili singoli.
La prima è una bella canzone, allegra, reggaeggiante, ben cantata. Una canzone di quelle che ti fanno tenere il ritmo con la testa. Piacevole all’ascolto. Lo è anche la seconda, brano orecchiabile, canzone che ascolteremo molto in radio. Bel pezzo R&B molto moderno e ben prodotto.
Can I get it è una track Scritta e prodotta con Max Martin e il suo pupillo Shallback. Quando ci mettono mano questi artisti si parla di singolo, ed infatti suona proprio come un singolo estivo.
Canzone coinvolgente fin dal primo giro di chitarra (mai così sfacciata nella carriera di Adele) e con un riffettino fischiato che sentiremo molto.
I drink Wine: qualche giorno fa è uscita l’indiscrezione che sarà proprio questo il secondo singolo. Rolling Stone l’ha definito come un pezzo con un sapore anni 70, quasi un pezzo di Elton John, e siamo d’accordo, tornano alla mente molte cose di Sir Elton. Brano che si lascia ascoltare, un bel mondo, un bel secondo singolo.
Poi c’è All night Parking, canzone che ha un che di vintage, brano poco interessante tenuto su da un’interpretazione molto bella.
Stesso discorso per Woman Like Me, Hold on e To be loved. E si ha l’impressione che ci sia stato un calo nella seconda metà del disco.
In Woman like me e Hold on Adele si affida al produttore INFLO, all’anagrafe Dean Wynton Josiah Cover, che ha lavorato con i The Kooks e con Michael Kiwanuka.
Ma sembra quasi che sia l’interpretazione a reggere le canzoni che, se fossero state cantate da qualcun altro non avrebbero avuto la stessa forza. Forse si sarebbe potuto osare un pochino negli arrangiamenti, invece resta solo la voce (magnifica) a sostegno di canzoni che, ripetiamo, senza essa sarebbero poco.
Va meglio con il brano di chiusura dell’album 30 di Adele, Love is a game. Un brano interessante anch’esso vintage, con una bella apertura in fase di ritornello. Interpretazione, come in tutto l’album, notevole.
Conclusioni
Insomma, a primo ascolto, questo 30, che abbiamo molto atteso ci delude un po’. Non perchè l’album sia brutto, per carità, non lo è. Anzi. Forse è solo l’idea che il meglio lo si sia già sentito con il primo singolo Easy on me e questo lascia un pochino l’amaro in bocca. Le interpretazioni sono tutte di un livello superiore, ma mi sembra che manchino proprio le canzoni che ti lasciano a bocca aperta. C’è poca sostanza in questo album e quella che c’è la si trova a metà tracklist, prima di un deludente scivolare verso la fine del disco con poche idee interessanti.
La scelta di inserire note vocali in alcuni pezzi non ci piace, ci da l’impressione che siano mancate un po’ di idee e che si sia cercato di rimpiazzarle con facili finestre sulla vita privata dell’artista che strapperanno lacrime e apprezzamenti (forse) ma che sempre rimpiazzi restano.
Sicuramente un album che si può ascoltare, sicuramente un album di un altro livello rispetto a tutto quello che gira, sicuramente sarà un grande successo commerciale, ma certamente è un passo indietro bello tosto rispetto ai precedenti album 21 e 25.
Certo, non deve essere facile confrontarsi con due dischi del genere, ma volevamo restare a bocca aperta e 30 non ci ha lasciato a bocca aperta.
Voto finale, 6,5.
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